Il Gruppo Hope è una società specializzata nello sviluppo di impianti utility scale di produzione di energia rinnovabile.
Lo scopo è quello di partecipare attivamente al perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 sottoscritta dai membri delle Nazioni Unite.
L’attuale pipeline dell’azienda conta una potenza complessiva di circa 6 GW ed è costituita da impianti onshore e offshore, impianti fotovoltaici e agrivoltaici e anche di idrogeno verde.
L’ambiente è al centro di ogni azione del Gruppo Hope, per questo promuoviamo e incentiviamo un dialogo con le comunità nelle quali progettiamo i nostri impianti.
Gruppo Hope. L’energia di un mondo in salute.
Il Gruppo nasce dalla convinzione che il Meridione possa dare il via alla nuova rivoluzione industriale del nostro Paese, generando benessere e occupazione alle persone che vivono in questi territori.
Sogniamo una rivoluzione sostenibile che parta dal sole e dal vento e che passi per l’idrogeno verde. Una nuova era di benessere che abbia inizio in una terra che deve imparare a valorizzare le proprie ricchezze e in cui i giovani possano decidere di restare, continuando a sviluppare competenze.
Siamo convinti che la Puglia abbia tutte le potenzialità per diventare un nuovo hub delle energie rinnovabili. Le sue caratteristiche fisiche e geografiche, insieme alle risorse naturali disponibili, rappresentano un’opportunità concreta per generare energia pulita, sinonimo di benessere e salute per le persone, ma anche di indipendenza energetica e nuova occupazione.
Il futuro è già oggi.
Background diversi, obiettivi comuni.
Il Gruppo Hope è nato nel 2022 da 6 società formate da professionisti con skills diverse, ma complementari. La visione, comune e condivisa, consiste nel lavorare per costruire e rafforzare una coscienza critica virtuosa, essenziale per una transizione energetica consapevole e partecipata, che si realizzi attraverso i nuovi grandi progetti di energia verde che l’azienda sta sviluppando.
In circa tre anni di attività, l’azienda ha sviluppato oltre 50 progetti in sei diverse tecnologie, attirando più di 30 professionisti provenienti da tutta Italia, che oggi operano all’interno delle quattro sedi del Gruppo Hope, distribuite tra Milano e la Puglia.
Il team è composto da figure dotate di competenze integrate.
Siamo una piattaforma multidisciplinare impegnata nella realizzazione di nuovi impianti di produzione di energia rinnovabile, volti a sostenere la nuova rivoluzione industriale green. Una rivoluzione capace di capovolgere il paradigma Nord – Sud nel nostro Paese.
Questo ambizioso obiettivo viene quotidianamente perseguito grazie a un gruppo di lavoro formato da professionisti dotati di competenze multidisciplinari e integrate.
Crediamo che il cambiamento possa diffondersi con il supporto di esperti dotati di skills che spaziano dall’ingegneria all’architettura, dall’archeologia al diritto, dal management alla finanza, alle scienze ambientali, relazioni istituzionali e alla comunicazione.
Origination di nuove iniziative per la produzione di impianti FER
Competenze multidisciplinari necessarie allo sviluppo delle iniziative in fase di sviluppo.
Competenze multidisciplinari per la strutturazione di finanziamenti e contratti PPA (Power Purchase Agreement).
Operazioni M&A, finanza strutturata, servizi tecnici in fase di costruzione e di operation, rapporti con enti e autorità.
Gestione dei rapporti con le autorità e con le comunità locali coinvolte nella ricerca delle migliori soluzioni per un’accettazione partecipata delle iniziative.
Creazione di contenuti multimediali, volti alla sensibilizzazione di istituzioni e cittadini sui temi delle energie rinnovabili e sui nostri progetti.
Gruppo Hope nasce per consegnare un pianeta in salute alle future generazioni.
Ogni decisione è presa mettendo al centro gli interessi dei territori nei quali siamo presenti.
In questo modo garantiamo il minore impatto ambientale e paesaggistico, preservando e migliorando la salute dei singoli territori.
Il Gruppo Hope costruisce e mantiene un dialogo costante con le comunità nelle quali progetta i suoi impianti e riconosce sempre gli incentivi di cui al DM 20/09/2010, con la massima aliquota prevista.
La transizione energetica riguarda tutti ed è per questo motivo che crediamo sia fondamentale coinvolgere cittadini e istituzioni, attraverso attività inclusive in presenza e anche per mezzo di contenuti multimediali che nascono con l’unico scopo di diffondere informazioni. Crediamo sia importante spiegare ai giovani e ai meno giovani quanto sia fondamentale rispettare il Pianeta che ci ospita. Ecco perché organizziamo incontri con le comunità coinvolte dai nostri progetti, ascoltando il punto di vista di cittadini e istituzioni.
Laureato in ingegneria elettrica, completa la sua formazione acquisendo competenze in problem solving, macro e micro economia e tecniche di creatività iniziando ad occuparsi del settore energy nel 2001.
Successivamente, nel 2003, ha iniziato ad occuparsi in maniera più specifica di renewable energy, sviluppando ulteriori competenze trasversali in ambito organizzativo, strategico e finanziario con particolare riferimento all’eolico e al fotovoltaico.
Da oltre un decennio ricopre ruoli apicali nelle società in cui ha prestato la sua opera.
Laureato in ingegneria civile, dopo aver fatto parte della task force del Ministero dell’Ambiente, fino al 2004, per affiancare le Regioni Obiettivo 1 nella costituzione delle ARPA e delle Autorità Ambientali, ha intrapreso un percorso che lo ha portato a gestire il permitting, la progettazione e la costruzione di opere infrastrutturali. Nella sua attività ha sempre cercato un punto di incontro tra la funzionalità dell’opera e il suo inserimento nel territorio.
18 anni di esperienza nelle energie rinnovabili; responsabile di M&A e Finance per diverse società quotate ha realizzato, finanziato o venduto direttamente oltre 2 miliardi di euro di asset di energia rinnovabile.
Con oltre 20 anni di esperienza nel settore dei media e delle istituzioni, è stato il fondatore di Apulia Film Commission, tra i più importanti DMO (Destination Management Organization) internazionali e amministratore pubblico.
Oggi è anche CEO della casa di produzione Fidelio.
Diplomato presso la Scuola Nazionale di Cinema, ha realizzato circa 60 progetti audiovisivi in qualità di produttore o delegate producer e circa 550 progetti audiovisivi in qualità di film commissioner.
È l’inventore di alcuni dei public film fund più innovativi del settore audiovisivo, nonché di mercati e incubatori di progetti.
Socio e head of communication & corporate identity di Hope Group è anche socio e direttore creativo della casa di produzione Fidelio.
Ha ricoperto ruoli di Project Manager per lo sviluppo d'impianti rinnovabili dalle fasi preliminari alle fasi di esercizio e gestione soprattutto legati alle biomasse, con particolare riferimento alla cogenerazione e alle fonti rinnovabili
Laureato in ingegneria civile nel 1999, ha fatto parte, fino al 2004, della task force del Ministero dell’Ambiente per affiancare le Regioni Obiettivo 1 nella costituzione delle ARPA e delle Autorità Ambientali.
Successivamente ha intrapreso un percorso professionale finalizzato al permitting, alla progettazione e costruzione di opere infrastrutturali per un valore complessivo di diverse centinaia di milioni di euro, nell’ambito del servizio idrico integrato, dell’ingegneria del territorio, della bonifica dei siti contaminati e delle energie rinnovabili.
La produzione di idrogeno può essere inquinante a seconda del metodo di generazione che si intende utilizzare. Il modello di business che Hope persegue prevede esclusivamente la produzione di idrogeno “green”, ottenuto utilizzando per l’elettrolisi energia generata da fonti rinnovabili.
L’idrogeno non ha colore, nel gergo degli addetti ai lavori però gli si attribuiscono dei colori per distinguere il modo in cui è estratto e il suo impatto ambientale.
L’idrogeno grigio è prodotto a partire da fonti energetiche fossili, principalmente mediante il cosiddetto steam reforming (reazione di reforming con vapore). L’idrogeno è ricavato dal gas naturale o dalla gassificazione del carbone con un processo di conversione termochimica che produce anche CO2. Questo è il metodo di produzione più dannoso per l’ambiente.
L’idrogeno blu si ottiene con un processo in parte analogo a quello dell’idrogeno grigio: è tratto da fonti fossili tramite pirolisi. Anche questo processo produce CO2, ma in
questo caso essa è catturata e stoccata nel sottosuolo oppure trasformata come materia prima. Questo processo è più rispettoso dell’ambiente, grazie all’assenza di emissioni dannose per il clima.
L’idrogeno verde è prodotto da un processo chiamato elettrolisi ad alta temperatura: le molecole d’acqua (H20) ricevono energia prodotta da fonti rinnovabili (come fotovoltaico o eolico), questa spezza i legami ottenendo idrogeno e ossigeno. Si pensi che le basi del processo di elettrolisi sono fondate nella “Pila di Alessandro Volta”, inventata nel 1779. I primi a separare l’idrogeno e l’ossigeno dell’acqua furono gli scienziati Nicholson e Carlisle.
L’idrogeno a servizio della mobilità è già una realtà. Nel settore ferrotranviario e nei trasporti BRT i mezzi dispongono di sistemi a celle a combustibile che, tramite un processo inverso alla elettrolisi, ricombinano l’idrogeno con l’ossigeno, generando energia che alimenta un motore elettrico e producendo come scarto vapore acqueo.
Nel settore automobilistico, oltre alla tecnologia delle celle a combustibile, Toyota dispone già di un motore a idrogeno a combustione interna.
L’idrogeno è un gas altamente infiammabile il cui innesco richiede una quantità di energia irrisoria, pertanto esistono delle precauzioni d’uso particolarmente stringenti che ne consentono la fruibilità in sicurezza.
L’acqua è sicuramente un bene prezioso, soprattutto a determinate latitudini e in certe economie, pertanto è doveroso porre la giusta attenzione nella ricerca di modelli circolari che, per esempio, riutilizzino le acque reflue altrimenti destinate ad essere riversate in mare. I rapidi progressi tecnologici permetteranno presto di utilizzare direttamente l’acqua marina.
L’impatto cambia a seconda della tecnologia utilizzata per la realizzazione delle fondazioni. La soluzione meno impattante è quella che prevede l’uso di fondazioni flottanti ancorate ai fondali tramite sistemi di mooring.
L’impatto di questa tecnica su piante e alghe è pressoché nullo e gli studi dimostrano anche l’assenza di impatti negativi sui cetacei.
Le porzioni di mare interessate dalle installazioni di turbine eoliche sono inibite alla navigazione, nei lay out di impianto si prevedono comunque dei corridoi di rispetto per il transito dei natanti.
L’impatto sui fondali, soprattutto per le installazioni flottanti, è del tutto trascurabile.
Le porzioni di mare interessate dalle installazioni di turbine eoliche sono inibite alla pesca; questo determina un automatico processo di rewilding dei mari, aumentando la popolazione ittica in prossimità delle coste a vantaggio delle comunità dei pescatori.
Tutti i materiali sarebbero oggetto di recupero e riciclo per oltre il 90%.